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ERRICO PRESUTTI L'uomo che disse NO al Duce

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2008 09:11
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18/03/2008 09:08
 
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Breve profilo di questo illustre massone del secolo scorso.

Errico Presutti, professore di Diritto amministrativo e di Diritto costituzionale a Napoli fino all'avvento del fascismo, dichiarato decaduto dalla Cattedra universitaria per essersi rifiutato di prestare il giuramento di fedeltà al regime. Errico Presutti fu Sindaco di Napoli nel 1917 e deputato per due legislature nel 1921 e nel 1926; fece parte dell' Aventino e fu quindi dichiarato decaduto dal mandato parlamentare; fu fin dall'inizio profondamente antifascista e lottò contro il regime insieme a Giovanni Amendola e a Roberto Bracco; il regime gli impedì, di fatto, di esercitare persino la professione legale nella quale era maestro. Pur essendo stato colpito da una paralisi totale che forzatamente lo estraniò dalla lotta politica e da qualsiasi attività, nel 1944 il Comando militare alleato, su proposta della Università di Napoli, gli conferì il titolo di Professore Emerito e successivamente il Ministro dell'educazione nazionale, De Ruggiero, lo reintegrò nella Cattedra universitaria a vita. Infine, a riconoscimento dei sacrifici sopportati nella sua opposizione al fascismo, venne eletto all'Assemblea costituente, alle cui sedute non poté mai partecipare per le sue condizioni di salute. Morì nel 1949 e le tappe della sua vita, che per obbligo di verità storica ho fin qui ricordato, vennero ripercorse alla Camera dei deputati nella commemorazione tenuta dall'on. La Rocca nella seduta del 26 luglio 1949.
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18/03/2008 09:11
 
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DAL TESTO DEGLI ATTI PARLAMENTARI : LA COMMEMORAZIONE
Commemorazione di Enrico Presutti.
LA ROCCA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LA ROCCA. Signor Presidente, onorevoli
colleghi, ieri è morto Enrico Presutti.
Si è spenta una grande luce di dottrina;
si è smorzata una lampada di fede; si è
inaridita per sempre una sorgente di energie,
che pareva si rinnovassero di continuo,
in una sorta di giovinezza spirituale, nella
lotta per la conquista dell’ideale.
Maestro di diritto, fu orgoglio delle universita,
per le quali passò; e, senza dubbio,
egli ha lasciato, nel campo della scienza giuridica,
un’orma non facilmente cancellabile.
Alla testa delle forze popolari napoletane,
diresse, quale sindaco, l’amministrazione
di quella bellissima e disgraziata città,
ed avviò a soluzione concreta molti problemi,
che, purtroppo, si trascinano ancora; e tutto
questo in uno dei periodi più tempestosi e
duri della storia di Napoli e del nostro paese:
durante la prima guerra mondiale.
Espressione politica di due circoscrizioni
elettorali, di Napoli e di Campobasso, egli è
stato, qui, alla Camera, bandiera di fede
democratica, inesausto generatore d’impulsi,
fiamma, come dicevo, di dottrina, secondo
la testimonianza degli atti parlam,entari,
che stanno ad indicare il prezioso contributo
da lui dato ai lavori legislativi.
Quando la libertà fu sommersa nel vomito
della crapula, nel fango della dittatura
terroristica, egli stette in piedi, con gli
altri pochi intellettuali, che osarono affrontare
la tirannide a viso aperto, e non crollò,
non si mosse dalla sua antica posizione, e
rappresentò lo spirito di lotta di alcune.
forze liberali del Mezzogiorno, insieme con
Giovanni Amendola e con Roberto Bracco; e
dopo che Amendola morì per mano dei
sicari fascisti, egli prese il posto di quel
grande come guida delle correnti deniocratiche
liberali di opposizione; e questa sua
fedeltà ai principi gli fruttò la persecuzione
e la fame: egli fu cacciato dalle università
ed è stato ridotto alla miseria.
Credo che adempiamo ad un dovere,
onorando la memoria di lui, cioè la memoria
di un uomo, che, con la sua dottrina, con la
sua fede e con la sua azione, ha prepasato
l’alba della libertà nel nostro paese.
Prego l’onorevole Presidente di voler
esprimere il cordoglio della Camera ai familiari
dell’illustre estinto. (Vivissimi, generali
applausi 1.
PRESIDENTE. Non appena appresa la
notizia ho avuto cura di esprimere per telegramma
il cordoglio dell’Assemblea e mio
personale per la scomparsa dell’onorevole
Presu tti.
Mi associo ora, poichè me ne offre l’occasione
la breve Commemorazione fatta dall’onorevole
La Rocca, al ricordo di un uomo
che ha dimostrato nella sua vita e con proprio
sacrificio così onesta e chiara fedeltà alle
proprie idee. (Segni di consentimento).
TUPINI, Ministro (lei lavori pubblici.
Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TUPINI, Minisfro dei lavori pubhliri. Il
Governo si associa alla commemorazione di
Enrico Presutti. Io pasonalmente ho avuto
la ventura di averlo vicino nei momenti in
cui si lottava insieme contro l’oppressione,
contro la dittatura per la riconquista della
libertà. Egli è stato sempre fedele alle proprie
idealità e ha suhìto per questa sua fe;
delta delle persecuzioni. Noi, quindi, eleviamo
il nostro pensiero alla memoria dell’assertore
e del milite fedele della libertd, il quale ci
ha offerto l’esempio di una costante coerenza
di vita col proprio pensiero (Applausi).
AMBROSINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltb.
AMBROSIKT. Con la morte di Enrico
Presutti scompare un giurista preclaro, un
uomo dal carattere adaniantino che seppe
nella buona e nell’avversa fortuna testimoniare
agli amici e agli scolari, al mondo,
qual’è l’importanza del carattere nella vita.
Alla sua memoria, noi rivolgiamo il nostro
deferente e commosso saluto. ( AppZa~csi).
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